La poesia inizia con la descrizione di un branco di cavalli selvaggi che corrono liberi nella vasta distesa della pampa, le aperte praterie del Sud America. Neruda utilizza immagini vivide e dettagli sensoriali per creare un senso di stupore e meraviglia alla vista di questi magnifici animali. Descrive i loro "colli criniti" e i "fianchi forti" e il modo in cui "scuotono la terra" mentre galoppano attraverso le pianure.
Il poeta usa anche la personificazione per conferire ai cavalli qualità umane. Li descrive come "signori del vento" e "signori della terra", suggerendo che abbiano un legame speciale con gli elementi naturali. Questa personificazione serve ad elevare i cavalli e a sottolineare la loro importanza e significato nel mondo naturale.
In tutta la poesia, Neruda traccia parallelismi tra i cavalli e lo spirito umano. Suggerisce che i cavalli rappresentano la libertà, la passione e le forze selvagge della natura che esistono dentro tutti noi. La poesia diventa una meditazione sul desiderio umano di libertà e sull'importanza di abbracciare il nostro lato selvaggio e incontaminato.
Neruda usa i cavalli anche come simbolo di ribellione e resistenza contro le forze oppressive. Descrive come i cavalli "spezzano le redini" e "stracciano la terra", suggerendo che siano simboli di liberazione e sfida. Questa interpretazione è particolarmente rilevante nel contesto dell'attivismo politico di Neruda e del suo impegno per la giustizia sociale.
"Horses" è una poesia potente e commovente che celebra la bellezza e la forza del mondo naturale e l'indomabile spirito di libertà e ribellione. L'uso di immagini vivide, personificazione e simbolismo da parte di Neruda crea un poema ricco e multistrato che risuona profondamente con i lettori e li invita a riflettere sulla propria connessione con il mondo naturale e sulla propria ricerca di libertà e liberazione.