In alcuni casi, Shakespeare usò la parola "metallo" in senso figurato, per riferirsi alla forza o al coraggio di una persona o di una cosa. Ad esempio, nella commedia "Enrico V", il re si riferisce ai suoi soldati come "il metallo della Francia", intendendo che sono i guerrieri più forti e coraggiosi del paese.
Ecco alcuni esempi dell'uso della parola "metallo" da parte di Shakespeare:
* "Questa pietra preziosa vale quanto tutto il metallo del mondo." (da Il Mercante di Venezia)
* "Il sole splende luminoso e l'aria è mite; il metallo del cielo sembra affinato dal fuoco". (da Romeo e Giulietta)
* "Sono fatto di quell'autometallo come mia sorella, e il principe con lo stesso titolo." (da La dodicesima notte)
* "Come, amico! Non è compito della gravità giocarci brutti scherzi; spetta al buon uomo dare una buona parola, e alla buona donna dare una buona accoglienza; e bere quando viene la notte; e cantare quando il mattino fa capolino."; e ordina al sole di andare, e ordina alla luna di venire; e ordina a lui di scendere quando è stanco, e ordina al mare di scorrere quando la luna splende; volontà; e il mulino gira quando può; e le acque si fermano quando vogliono; e le anatre, le oche e gli altri uccelli selvatici vanno e vengono a loro piacimento e lasciano che il tempo passi su tutto." (da La dodicesima notte)
In questi esempi, Shakespeare usa la parola "metallo" per riferirsi a una varietà di sostanze diverse, tra cui l'oro, la pietra e il cielo. Lo usa anche in senso figurato, per riferirsi alla forza o al coraggio di una persona.