Nella mitologia e nei drammi greci, i satiri servivano come compagni di Dioniso durante i suoi viaggi, partecipando alle sue celebrazioni selvagge, bevendo, ballando e impegnandosi in allegria. Erano particolarmente importanti nelle rappresentazioni teatrali conosciute come opere satiriche, che erano brevi commedie farsesche che tipicamente seguivano le rappresentazioni tragiche nell'antica Grecia. Le rappresentazioni satiriche spesso coinvolgevano elementi comici e rappresentavano un'opportunità per gli attori di indossare costumi elaborati, tra cui una maschera e un costume simili a quelli di una capra per interpretare i satiri.
I satiri erano spesso raffigurati come sessualmente dilaganti e giocosi. Nell'arte greca, vengono spesso mostrati mentre inseguono ninfe, si abbandonano ai piaceri sensuali e si impegnano in una varietà di scappatelle amorose. Erano descritti come affascinanti e inaffidabili, capaci di comportamenti sia gentili che dispettosi.
Sebbene spesso rappresentati in modo spensierato e comico nei drammi greci, i satiri avevano anche un lato oscuro, che simboleggiava gli istinti selvaggi e primordiali della natura umana. Potrebbero essere selvaggi, imprevedibili e pericolosi, rappresentando sia gli aspetti positivi della gioia, della celebrazione e dell'eccesso, sia le implicazioni negative dei desideri incontrollati.