La prima sezione del poema è ambientata ai giorni nostri e l'oratore descrive il golfo come un luogo di bellezza e mistero. Scrive:"Il Golfo srotola il suo rotolo turchese, / Una mappa di misteri da srotolare". Il golfo è però anche fonte di pericolo e l'oratore avverte che può essere "un mare insidioso, / Con vortici e risacca".
La seconda sezione del poema si sposta verso una prospettiva storica e l'oratore descrive l'arrivo dei colonizzatori europei nelle Americhe. I colonizzatori vedevano il golfo come una fonte di ricchezza e potere e ne sfruttarono rapidamente le risorse. L'oratore scrive:"Il Golfo, uno scrigno d'oro, / Argento, perle e spezie raccontavano / Di ricchezza oltre ogni immaginazione".
La terza sezione del poema ritorna ai giorni nostri e l'oratore riflette sull'eredità del colonialismo. Scrive:"Il Golfo, testimone dei nostri crimini, / Uno specchio dei nostri tempi più bui, / Ci ricorda la nostra avidità e vergogna".
La poesia si conclude con l'oratore che chiede un nuovo rapporto tra gli esseri umani e il mondo naturale. Scrive:"Impariamo dalle antiche tradizioni del Golfo, / E viviamo in armonia con la sua riva".
"Il Golfo" è una poesia potente e commovente che esplora la complessa relazione tra l'uomo e il mondo naturale. Walcott utilizza l'immagine del Golfo del Messico per evidenziare la bellezza, il pericolo e la storia della regione. La poesia sfida inoltre i lettori a pensare al proprio rapporto con l’ambiente e a considerare come possono vivere in modo più sostenibile.